Pratiche commerciali scorrette: il Codice del Consumo tutela anche le micro-imprese

AGCM commina sanzione di 600.000 euro per abbonamenti “nascosti”


Negli ultimi anni, molti professionisti si sono lamentati presso il CTCU di aver firmato contratti d'abbonamento senza rendersene conto. Oggetto delle lamentele i moduli della società DAD nonché i bollettini della società Kuadra.

La società DAD contattava imprese iscritte al registro commerciale e chiedeva di "visionare e correggere" i dati pubblicati nel proprio database online "registro italiano internet". Ciò di cui quasi nessuno si accorgeva era che, con l'indicazione e sottoscrizione dei dati corretti, veniva anche concluso un contratto d'abbonamento per servizi pubblicitari, ad un prezzo di oltre 950 euro, contratto dal quale non era facile recedere. La DAD inviava poi la fattura per l’abbonamento soltanto quando era già scaduto il termine entro quale sarebbe stato possibile recedere dal contratto. La decisione di non pagare l'abbonamento veniva seguita da una serie infinita di solleciti, ai quali seguiva l'intervento della società CBR, che con una monitoria dai toni in parte minacciosi proponeva la composizione bonaria della controversia. La prassi seguita da queste società è stata sanzionata dall'AGCM con 500.000 euro di multa.

La società Kuadra si rivolgeva invece solamente a ditte che sie erano registrate da poco, per la prima volta, nel registro camerale. A queste veniva inviato un bollettino postale, attraverso il quale veniva creata l'impressione che l'iscrizione al proprio portale multi-servizi fosse obbligatoria. Le ditte provvedevano così a “scucire” otre 300 euro per una cosa che sembrava – ma in realtà non lo era affatto – obbligatoria. Anche questo comportamento è stata sanzionato dall'AGCM con 100.000 euro di multa.

Il CTCU aveva provveduto a segnalare la pratica commerciale all'AGCM, la quale aveva aperto un'istruttoria. Ora la decisione: entrambi i comportamenti costituiscono pratica commerciale scorretta e alle società che li hanno messi in atto sono state comminate pesanti sanzioni (vedi bollettino n. 20 de 19 maggio 2014)

Il Codice del Consumo prevede infatti che, nei casi di pratiche commerciali scorrette, anche le cd. "micro-imprese" godano degli stessi diritti riconosciuti ai “consumatori”. Sarebbe quindi ora che, oltre ai consumatori, anche le piccole imprese godessero delle stesse tutele di fronte a soprusi e comportamenti poco seri ed aggressivi messi in atto da altri soggetti sul mercato, tramite un efficace controllo del mercato stesso. La strada della giustizia ordinaria non è l'istanza adatta: servono strumenti più efficaci e veloci!


Comunicato stampa
Bolzano, 03/06/2014