Garanzia sui beni di consumo – decisione della Corte di Giustizia dell’UE

I venditori tenuti a risarcire anche costi di trasporto, rimozione e reinstallazione. Ora i venditori si adeguino!


La garanzia sui beni di consumo è regolata dal Codice del Consumo (D.lgs. 206/2005); in sostanza questa norma prevede che il consumatore abbia diritto a ricevere beni "conformi" al contratto di vendita, ovvero integralmente corrispondenti a quanto descritto o promesso, anche nella pubblicità e idonei all’uso. Per un periodo di due anni dalla consegna del bene, il venditore risponde inoltre per qualsiasi vizio di conformità (difetto o guasto che renda inutilizzabile il bene per lo scopo originario o ne riduca sensibilmente il valore). A scelta del consumatore, il venditore è tenuto a riparare il bene o a sostituirlo (oppure ancora offrire una riduzione del prezzo), salvo che il rimedio prescelto sia oggettivamente impossibile o eccessivamente oneroso rispetto all’altro.

In particolare, nei primi sei mesi dalla data di acquisto, ogni vizio che si manifesti si presume esistente al momento della consegna. Il consumatore ha diritto al ripristino senza spese della conformità del bene. Questa a grandi linee la situazione normativa. Purtroppo, nella vita quotidiana, farsi riconoscere questi diritti non è sempre facile: tanti consumatori ci riferiscono di spese di trasporto, diritti di chiamata o altre costi addebitati per interventi eseguiti in garanzia.

Ora al riguardo si è pronunciata la Corte di Giustizia dell’Unione Europa: in due cause collegate (C-65/09 e C-87/09) i Giudici hanno stabilito, infatti, che in caso di sostituzione di un prodotto a causa di un vizio di conformità anche le spese di consegna, rimozione e reinstallazione del bene sono a carico del venditore. Il ripristino della conformità del bene deve essere gratuito per il consumatore. Se il vizio si manifesta soltanto dopo l’istallazione del bene (nel caso concreto si trattava di una lavastoviglie), il venditore, secondo quanto deciso dalla Corte, è tenuto a rimborsare anche i costi per la rimozione ed il reinstallazione del bene. La sopra menzionata “eccessiva onerosità” del rimedio non è applicabile quando soltanto una delle due soluzioni (sostituzione o riparazione) risulti possibile.

“Queste sì che sono buone novità per i consumatori europei” commenta il direttore del Centro Tutela Consumatori Utenti, Walther Andreaus. “La Corte di Giustizia dell’UE ha dato manforte ai consumatori. In casi analoghi spesso si doveva litigare a lungo per non dover pagare costi aggiuntivi – auspichiamo che queste dispute ora appartengano al passato”.

Ora i negozianti si dovranno adeguare. In caso contrario si invitano i consumatori a segnalare la prassi commerciale sleale (che consiste nel mancato rispetto della legge!) direttamente all’Autorità Antitrust al numero verde 800 166 661.

Il team del CTCU è a disposizione per informazioni e consulenze.


Comunicato stampa
Bz, 07.10.2011