Aumento IVA del 1%

Attenzione ai cambi di prezzo "ingiustificati"


L’imposta è passata dal 20 al 21% ma diversi esercizi commerciali ne hanno approfittato per aumentare i prezzi dei prodotti ben oltre la variazione dell’IVA

Sabato 17 settembre 2011 è entrato in vigore l’aumento dell’aliquota IVA ordinaria, e per una nutrita serie di prodotti l’imposta è passata dal 20 al 21%. Ciò ha comportato l’obbligo, per tutti gli esercizi commerciali che hanno inteso adeguare i prezzi dei prodotti posti in vendita al nuovo valore d’imposta, di cambiare le etichette dei prezzi presenti sui singoli prodotti. Diversi negozi hanno quindi esposto all’entrata e all’interno interno dei cartelli con i quali avvisare la clientela del fatto che i prezzi apposti potevano non risultare corretti a causa dell’impossibilità di procedere in tempi brevi all’adeguamento delle etichette dei prodotti in vendita.

Il sabato successivo 24 settembre 2011, un collaboratore del CTCU si è recato in incognito presso uno dei più noti punti vendita del comune capoluogo per verificare la corretta esecuzione di quanto sopra descritto attraverso l’acquisto di due prodotti campione: un film per ragazzi in DVD e un videogioco per la “console” «Nintendo DS». A fronte di due prezzi precedenti all’aumento dell’IVA pari rispettivamente a 5,90 euro e 9,90 euro, il DVD risultava ancora marcato con la vecchia etichetta (5,90 euro), mentre il videogioco era stato aumentato a 10,50 euro. Alla cassa, infine, il DVD è stato fatto pagare 6,49 euro e il videogioco 10,50.

  prezzo prima dell'aumento IVA prezzo simulato con il solo aumento IVA prezzo in etichetta prezzo pagato alla cassa aumento extra IVA
DVD "I fantastici 4"
5,90 euro

5,95 euro

5,90 euro

6,49 euro

9,10%
Videogioco per Nintendo DS
9,90 euro

9,98 euro

10,50 euro

10,50 euro

5,20%


Inoltre, tutti i videogiochi «Nintendo» in vendita a 10,50 euro erano contenuti in un cestone a fianco del quale spiccava un cartello di grande formato con riportato sopra il testo seguente: «Offerta speciale 9,90 euro».

«Siamo di fronte a diverse violazioni della disciplina che regola il commercio – esordisce Walther Andreaus – non ultima quella che riguarda le cosiddette «offerte speciali». Porre a fianco dei prodotti un cartello con riportato un prezzo e farne pagare uno più alto, è considerata a tutti gli effetti pubblicità ingannevole: sulla quale è competente anche l’Antitrust, che in passato ha già irrogato diverse sanzioni per casi analoghi. Riguardo invece alla differenza tra il semplice aumento dell’IVA e il reale ritocco che ha interessato i prodotti verificati – conclude il direttore del CTCU - è la semplice dimostrazione di quanto da noi già paventato prima dell’entrata in vigore del cambio dell’aliquota. Quello che trovo poco corretto è che si cerchi di dare ad intendere ai consumatori che le variazioni di prezzo siano soprattutto originate dall’aumento dell’IVA, quando in realtà la sua incidenza sull’aumento totale è quella che possiamo vedere. Temiamo che questi comportamenti abbiano un ulteriore forte impatto sull'andamento dell'inflazione dei prossimi mesi».

Le norme che regolano il commercio in proposito sono chiare. Posto il fatto che nella quasi totalità dei casi l’etichetta di prezzo di un prodotto coincide con quanto indicato poi alla cassa, se dovesse esserci una discrepanza tra i due prezzi, il cliente ha il diritto di pagare l’acquisto secondo il prezzo esposto sul prodotto e non quello indicato alla cassa. Se il negozio rifiuta la transazione, è competente ad intervenire la sezione annonaria della polizia municipale oppure il personale della guardia di finanza.


Comunicato stampa
Bz, 03.10.2011