Azioni della Cassa di Risparmio, in arrivo una “valanga” di cause?
Il CTCU sostiene gli azionisti danneggiati


Il Centro Tutela Consumatori Utenti (CTCU) è da tempo impegnato sul fronte relativo alla vendita delle azioni proprie da parte della Cassa di Risparmio a 24.000 risparmiatori. A seguito dei numerosissimi casi seguiti, il CTCU aveva invitato la Banca a risolvere bonariamente la questione con la costituzione di una Commissione paritetica.

La Banca non ha raccolto l'invito, dimostrando, ancora una volta, l’assenza di ogni volontà di risolvere un problema che riguarda migliaia di risparmiatori dell’Alto Adige. Il problema è nato, come si ricorderà, dal fatto che le azioni della Cassa di Risparmio risultanto ormai non più vendibili da diversi anni, e nel frattempo i risparmiatori hanno perduto rispetto all’ultimo collocamento del 2008, fino al 74% del valore del loro investimento.

Da mesi, pertanto, centinaia di risparmiatori si sono rivolti al CTCU per avere consulenza e tutela. Il CTCU ha fatto inviare alla Banca il reclamo da parte dei risparmiatori con la richiesta di una lunga serie di documenti. Ricevuti i documenti, i risparmiatori li hanno consegnati al CTCU che, sotto il coordinamento dell’Avv. Prof. Massimo Cerniglia, li ha esaminati. Da tale accurato esame è risultato quanto segue. Il profilo di rischio dei risparmiatori a cui è stato prestato il servizio di consulenza è basso per il 34% e medio per il 45%. Si è appreso che la Banca ha assegnato alle proprie azioni un profilo di rischio medio, non considerando tuttavia che trattandosi di prodotti finanziari illiquidi il profilo di rischio sarebbe dovuto essere invece alto. Dalla verifica di centinaia di dossier è risultato che la Banca, agendo in regime di consulenza finanziaria, avrebbe dovuto bloccare tutte le richieste di acquisto di azioni proprie valutate come inadeguate in quanto indirizzate a risparmiatori con profilo di rischio basso o medio/basso.

La procedura seguita dalla Banca per la massiccia vendita delle proprie azioni anche a soggetti con profilo di rischio basso e medio è risultata essere la seguente: è stato emessa una raccomandazione personalizzata nell’ambito del servizio di consulenza in base alla quale a seguito della valutazione di (in)adeguatezza dell’acquisto delle azioni della Cassa, veniva indicato dalla stessa Banca di evitare l’acquisto.

A seguito di tale valutazione di inadeguatezza, la Banca in base alla normativa di cui al Regolamento Consob e dell’articolo 21 del Testo Unico Finanziario, avrebbe dovuto bloccare del tutto l’operazione e non eseguirla in alcun modo, non permettendo così che a un risparmiatore con una propensione al rischio basso o medio-basso fosse venduto un prodotto rischioso. Risulta, invece, che il risparmiatore in modo illogico decideva di rinunciare alla garanzia della consulenza e decideva di acquistare ugualmente le azioni in regime di cd. mera esecuzione.

Il Centro Tutela Consumatori Utenti ritiene che tale procedura non sia corretta e che anzi rappresenti una grave infrazione alla normativa legale in quanto “l’intermediario deve sempre agire nel miglior interesse del cliente” e non è pensabile che possa essere elusa la normativa imperativa di legge e di Regolamento Consob, in quanto l’operazione inadeguata, nel miglior interesse del cliente, non deve essere eseguita sia pure in base ad altre procedure di cui, a seguito di indagine, il risparmiatore non era stato neppure cosciente. La procedura seguita dalla Cassa dimostra come la Banca, anche in questa vicenda, oltre che in quella del caso Dolomit, non abbia rispettato la normativa imperativa.

Visto l'atteggiamento ostinato dei vertici della Cassa di Risparmio, il CTCU assieme al Prof. Massimo Cerniglia sosterrà gli investitori danneggiati che vorranno proseguire per vie legali. Si teme una “valanga” di cause.

Comunicato stampa
Bolzano, 11.09.215