Prestiti personali con coperture assicurative del debito residuo

Se si forniscono informazioni inesatte sulle condizioni di salute l’assicurazione non paga e tocca agli eredi sanare il debito residuo!


Il sig. T. nel corso degli ultimi 3 anni ha accesso vari prestiti personali, per un importo totale di 25.000 euro. Per ognuno di questi contratti ha stipulato anche una polizza assicurativa a copertura del debito residuo: queste polizze servono a saldare il debito residuo in caso di morte del beneficiario del prestito, mantenendo indenni gli eredi dello stesso.

Al fine di stipulare queste polizze, di volta in volta il sig. T. ha dovuto fornire indicazioni sul proprio stato di salute: di trovarsi in buono stato di salute, di non avere patologie o ferite gravi tali da rendere necessaria l’assunzione di farmaci, e di non essere o essere stato afflitto da determinate patologie quali cancro, infarto, ictus, etc.

Molto probabilmente il sig. T. a queste annotazioni stampate a caratteri piccolo avrà dato soltanto una veloce scorsa – e poiché non si sentiva “malato”, ha dichiarato di non avere problemi di salute. Si è pero scordato di far presente che da anni soffre di ipertensione, per la quale quotidianamente assume dei farmaci. Quest’inverno poi il sig. T. è venuto a mancare per via di un infarto; sul certificato di morte i medici annotano quale probabile causa di morte appunto l’ipertensione.

Gli eredi – la moglie e il figlio del sig. T. – soltanto dopo la morte scoprono l’esistenza dei vari prestiti. Si sentono però tranquilli, in quanto vengono a sapere anche delle polizze assicurative a copertura del debito residuo. Così denunciano il decesso alle varie compagnie assicuratrici. Assieme alla denuncia di sinistro devono consegnare anche tutta la documentazione medica. All’analisi del sinistro emerge però che alla stipula delle polizze il sig. T. ha dichiarato cose non corrispondenti ai fatti, e le assicurazioni rifiutano di coprire il debito residuo. Così la vedova e il figlio hanno dovuto coprire l’intero debito residuo di tasca propria.

Purtroppo quello del sig. T. non è un caso isolato: sono parecchie le famiglie che stanno affrontando simili situazioni. E i casi aumentano di mese in mese.


I nostri consigli

Leggere bene tutto il contratto, anche quanto stampato a caratteri piccoli (o minuscoli); mai dichiarare cose non corrispondenti ai fatti; parlare sempre con i propri cari di prestiti assunti, in modo che per loro non ci siano poi brutti risvegli.


Comunicato stampa
Bolzano, 30/09/2013