Si deve garantire il consenso informato per i dati sanitari sensibili
Anche il Centro Tutela Consumatori Utenti deve partecipare al gruppo di lavoro sulla tematica


Sono due su tre i pazienti altoatesini che rifiutano l’archiviazione e la memorizzazione accentrata dei loro dati sanitari, come si evince da sondaggi effettuati dal CTCU e dai medici di base. La messa in rete del sistema informativo sanitario altoatesino, che si sta attualmente delineando, non sembra però tener conto di ciò. Per questo motivo il Direttivo del CTCU si è occupato della questione, ed in particolare di quello della sicurezza dei dati, che – si sa – non viene garantita nemmeno per i “dati bancari” in Svizzera.

L’idea di fondo, ovvero quella di permettere a ogni medico trattante di accedere a tutti i dati registrati dei suoi pazienti, senza dover dare il la a un dispendioso e macchinoso via vai di documentazione, di evitare la duplicazione di esami, di mettere a disposizione dati per l’emergenza, cartelle cliniche, risultati di esami fatti e relative diagnosi, di documentare la somministrazione di farmaci e di evitare incoerenze in medicazioni e trattamenti è auspicabile per un sistema sanitario efficiente.

In questo però va dato anche spazio al consenso informato dei pazienti. Per principio, i dati sanitari di ogni persona possono essere archiviati e tenuti a disposizione soltanto con l’espresso consenso del paziente. Se tale consenso viene rilasciato, servono anche strumenti adatti per garantire la tutela della privacy. Deve essere il paziente che dispone dei suoi dati; il principio dell’accesso agli stessi da parte di terzi è pertanto da elaborare con estrema accuratezza.

Il CTCU ritiene pertanto necessario l’introduzione di un sistema di raccolta e trattamento dei dati dei pazienti sulla falsariga di quello adottato in Austria. Un gruppo di lavoro che comprenda tutte le parti, quindi anche rappresentanti del CTCU, dovrebbe valutare e decidere tutti i delicati aspetti della questione.

Il Direttore del CTCU, Walther Andreaus, sottolinea a tal riguardo che „la riuscita del sistema della cartella clinica elettronica fondamentalmente dipende dal consenso dei cittadini e delle professioni mediche. Entrambi vanno pertanto coinvolti fin dagli esordi. Minimizzare i rischi e i pericoli non aiuterà di certo, e nemmeno azioni estemporanee e non coordinate.”


Comunicato stampa
Bolzano, 18/06/2014