Lettera aperta al Commissario Europeo per la salute e la sicurezza alimentare


Richiesta del Centro Tutela Consumatori Utenti: nessun rinnovo per il glifosato!

No alle dispute accademiche sulla pelle dei consumatori!


Egregio Sig. Commissario Andriukaitis,

pochi giorni fa il Parlamento Europeo ha proposto di autorizzare nuovamente il glifosato per un periodo ridotto, 7 invece che 15 anni, da utilizzare NON prima del raccolto e NON nei giardini privati. Il glifosato è il diserbante più comune a livello mondiale. A causa dell'intensificarsi dell'uso di piante geneticamente modificate, resistenti agli erbicidi e immuni quindi anche al glifosato, l'utilizzo dello stesso è aumentato considerevolmente rispetto al passato, in particolar modo nel continente americano.

Il massiccio impiego di glifosato in agricoltura, ma non solo - anche nel verde pubblico e nei giardini privati – ha comportato ormai comprovati effetti anche per l'uomo. Le ricerche dell'Ufficio Centrale per l'Ambiente della Germania (Umweltbundesamt) mostrano residui di glifosato in ben 60% dei campioni di urine analizzati, e con elevata probabilità il carico per la popolazione è aumentato nel periodo osservato, che va dal 1996 al 2013 (fonte Umweltbundesamt, 2016).

Pur essendo vero che le concentrazioni rinvenute sono risultate basse, vi è comunque da temere seriamente che il glifosato abbia effetti nocivi sulla salute già in piccole dosi, in caso di esposizione prolungata e permanente. Una ricerca della Federazione per la Tutela dell'Ambiente e della Natura della Germania (Bund für Umwelt- und Naturschutz Deutschland), eseguita in 18 Stati europei, ha mostrato che in nove Paesi, più della metà dei campioni di urina prelevati nelle grandi città mostrano residui di glifosato (BUND; 2013). Anche i residui di glifosato rinvenuti nelle birre più bevute in Germania comprova l'ormai vastissima diffusione della sostanza (Istituto Ambientale Monaco, Umweltinstitut München e. V., 2016).

L'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) e l'Organizzazione Mondiale per la Sanità (OMS), nel 2015 hanno classificato il glifosato come “probabilmente cancerogeno negli esseri umani” (categoria 2). L'Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) e l'Istituto per la Valutazione dei Rischi della Germania (BfR) sono, invece, dell'avviso che il glifosato non comporti rischi cancerogeni.

Già la sola valutazione del glifosato da parte dell'OMS come sostanza “probabilmente cancerogena” dovrebbe, in realtà, rendere superflua una discussione sui valori-limite, poiché, come noto, delle sostanze mutagene possono generare, già in piccole dosi, danni ingenti nell'organismo umano.

La raccomandazione dell'EFSA di aumentare il livello dell'assunzione giornaliera accettabile (ADI, acceptable daily intake) dagli attuali 0,3 a 0,5 milligrammi per ogni chilogrammo di peso corporeo appare oltre modo incomprensbile, alla luce della valutazione dell'OMS. Oltre ai possibili effetti cancerogeni, vi sono infatti indicazioni che il glifosato possa comportare malformazioni embrionali, oltre ad avere possibili effetti a livello ormonale.

Secondo il Centro Tutela Consumatori Utenti (CTCU), non è tuttavia ammissibile che un tale dibattito scientifico frutto di valutazioni e punti di vista così diversi venga portato avanti sulla pelle dei consumatori. Il CTCU chiede pertanto che, nella decisone sulla riammissione all'uso del glifosato, venga coerentemente applicato il sacrosanto “principio di precauzione” fissato a livello europeo (vedasi il Regolamento di base europeo n.178/2002): fino a quando cioè gli effetti del glifosato sulla salute umana continueranno ad essere oggetto di disputa scientifica e non verranno accertati in maniera chiara, definitiva ed univoca, nel dubbio, è assolutamente necessario agire a tutela dei consumatori. Una sostanza come il glifosato, per la quale vi sono sostanziali ed autorevoli indicazioni riguardo i probabili gravi rischi per la salute umana, non deve essere riammessa!

Il CTCU saluta già con favore il rinvio a metà maggio 2016 della decisione se riammettere o meno il glifosato. Tale rinvio dà alla Commissione Europea il tempo necessario per approfondire ogni analisi e accertamento riguardo i rischi del glifosato per la saluta umana. I pesticidi come il glifosato, non devono finire negli alimenti, e soprattutto nell'organismo umano. È inaccettabile che si continui ad esporre i consumatori ad una sostanza ritenuta “probabilmente cancerogena” dall'OMS.

Il CTCU chiede pertanto a Lei, quale Commissario competente per la salute e la sicurezza alimentare, di non riammettere il glifosato e di vietarne qualsiaisi utilizzo per il futuro, nel rispetto del principio di precauzione previsto a livello europeo. Non si possono correre simili rischi per la salute umana!


Comunicato stampa
Bolzano, 21/04/2016