Centri di abbronzatura e solarium: a breve il divieto per i minorenni
CTCU: i solarium non sono affatto più innocui dei raggi solari


A volte le cose vanno molto in fretta: a distanza di poche settimane sia il legislatore nazionale che quello locale hanno emanato nuove misure per la tutela dei minori nei centri di abbronzatura. Un test del CTCU, effettuato la scorsa primavera in dieci centri, aveva portato alla luce valori di irraggiamento allarmanti e consulenze di scarsa qualità. Lo prevede anche “la legge” omnibus sulla sanità che è in fase di emanazione. A breve dovrebbe anche entrare in vigore un decreto interministeriale, già firmato dai Ministri dello Sviluppo Economico e della Sanità, che hanno competenza in materia. Le nuove disposizioni: lampade riservate ai maggiorenni, niente solarium per le donne incinta o persone dalla pelle sensibile. Commenta il direttore del CTCU, Walther Andreaus: “I test hanno evidenziato che anche dalle nostre parti gli utenti dei solarium sono poco tutelati. Pertanto ci sembra più che opportuno che il legislatore tuteli almeno i minorenni e le persone a rischio, come del resto viene già fatto in Austria, Germania o Gran Bretagna”.

Il gestore di un centro d’abbronzatura che infrange le norme rischia una sanzione amministrativa dei 200 ai 1200 euro, secondo le disposizioni della legge provinciale. In Germania per questi casi è prevista una sanzione fino a 50.000 euro. Minorenni e persone appartenenti ai gruppi più a rischio che vogliano utilizzare le lampade, nonostante i divieti, espongono a gravi rischi la loro salute.

Il CTCU mette in guardia: “Le radiazioni delle lampade non sono assolutamente più innocue dei raggi solari”. Le seguenti indicazioni possono essere utili per valutare con occhio critico una visita in un centro di abbronzatura.
  • Danni cronici all’epidermide: i raggi UV-A ed UV-B contenuti nei raggi solari vengono utilizzati in combinazione variabile. Le scottature vengono causate dai raggi UV-B, a causa del loro elevato potenziale energetico. Se questi raggi vengono filtrati, il corpo rimane esposto soltanto ai raggi UV-A, ma con la conseguenza che i raggi UV-A, ad alti dosaggi, penetrano nella pelle più a fondo causando danni cronici, come ad esempio l’invecchiamento precoce della stessa epidermide.
  • La “favola” della pre-tintarella: le lampade non sono consigliabili nemmeno come trattamento di preparazione alle vacanze. Infatti, i soli raggi UV-A non bastano per formare le cd. callosità da luce, che offrono protezione alla pelle dalle scottature. Se le lampade utilizzano invece una combinazione di raggi UV-A e UV-B, aumenta il rischio di scottarsi già prima della partenza per le vacanze.
  • Standard di qualità e sicurezza: chi, nonostante tutto, non vuole rinunciare alla “tintarella da lampada”, dovrebbe evitare i solarium self-service e prestare attenzione agli standard di qualità e sicurezza. I criteri per giudicarli sono, ad esempio, la presenza di un interruttore per lo spegnimento di emergenza che sia ben raggiungibile, avvisi di sicurezza e di tutela ben visibili e leggibili e una limitata potenza di irradiazione. Questa non dovrebbe superare i 0,3 W/m2 (valore che corrisponde alla norma del “sole di referenza” e a un dosaggio di 4,3 MED/h); i visitatori dovrebbero esserne informati tramite una scritta ben leggibile sull’apparecchio stesso. Inoltre sono indispensabili una manutenzione regolare e la disponibilità di occhiali protettivi sicuri. Serve poi del personale qualificato, capace di fornire ai clienti consulenze individuali nonché delucidazioni su eventuali rischi per la salute. Che i centri di abbronzatura non brillino affatto per quanto riguarda la sicurezza, lo conferma anche uno studio di mercato, effettuato dalla Commissione Europea in dieci Paesi. Ad esempio, una lampada su sette superava i valori limite di sicurezza dei raggi UV. Ma attenzione: anche per i centri certificati vale la regola di non superare i 50 bagni di sole all’anno.

Comunicato stampa
Bz, 23.05.2011