Cosmetici non testati su animali


La direttiva europea 2003/15/CE del 2003 prevede che prodotti cosmetici finiti non possano più essere testati sugli animali. Dall’11 marzo prossimo il divieto varrà inoltre, anche per i componenti dei prodotti cosmetici. Il Parlamento e la Commissione Europea stanno però ancora valutando se ammettere una serie di deroghe al divieto; consumatori e consumatrici sono nettamente contrarie a tale eventualità. Per questo motivo la LAV (Lega Anti Vivisezione) ha avviato sul proprio sito www.lav.it una petizione contro ogni slittamento del divieto dei test sugli animali, sostenuta dalle organizzazioni partner in tutta Europa.

Per le sostanze di cui sono composti i prodotti cosmetici e gli shampoo, per detergenti, detersivi e colori, nonché per creme medicinali e farmaci vengono eseguiti ancora numerosi test sugli animali. Molti di questi test sono imposti per legge, ma spesso si potrebbero anche evitare.

Perché vengono fatti test sugli animali?

Circa il 30 per cento dei test sono imposti per legge. Questi comprendono il controllo della tossicità di sostanze chimiche nuove, esami di farmaci nonché esami di lotto per vaccini, sieri, etc. Si tratta di procedure standardizzate, per le quali esistono già alcune procedure alternative, ma non ancora abbastanza. In parte perché metodi alternativi ai test sugli animali sono soggetti ad esami molto stringenti, prima di essere ammessi in procedure imposte per legge. Un ulteriore motivo sono i finanziamenti troppo esigui stanziati per i metodi alternativi.

Circa il 60 per cento dei test non sono imposti per legge, e avvengono nella ricerca di base nonché nella ricerca dei prodotti e nel loro sviluppo. Sono i ricercatori che decidono quale metodo applicare al fine di raggiungere un determinato scopo, o per dare risposta a determinate domande poste. In questi casi vengono sì pubblicati molti risultati, e sviluppati numerosi metodi alternativi, ma tutto ciò non basta. La diffusione di tali nozioni fra gli scienziati e le autorità assume un ruolo centrale nel poter porre un freno ai test sugli animali, sostituendoli appunto con metodi alternativi.

Quale sicurezza offrono i marchi di garanzia?

Anche i marchi di garanzia o label non offrono una completa certezza riguardo l'assenza di test sugli animali per i componenti di un determinato prodotto. Vi sono, in particolare, differenze notevoli riguardo la classificazione delle date di riferimento, dalle quali deve essere garantito l'esclusivo utilizzo di componenti testati con metodi alternativi, e quindi non su animali. Componenti immessi sul mercato prima di tale data possono quindi essere utilizzati, anche se testati su animali!

Le ditte che sottopongono i loro prodotti all'esame e alla bontà di un sigillo comunicano però almeno chiaramente che si assumono la loro responsabilità nei confronti degli animali e dell'ambiente, e non solo tramite la loro bacheca virtuale (il sito), ma su ogni singolo prodotto che troviamo negli scaffali.

Cosa può fare ciascuno di noi nella vita quotidiana?

1. Informarsi riguardo la filosofia adottata dalle aziende: scegliendo attentamente prodotti di cui abbiamo comunque bisogno, possiamo sostenere attivamente quelle ditte che producono in maniera responsabile. La scelta ormai è davvero vasta. Comportamenti responsabili verso esseri umani, animali e ambiente sono, di norma, ben visibili su ogni sito, senza grandi ricerche.

2. Utilizzare i prodotti chimici in casa in modo razionale
Sia per i fitosanitari che per i detersivi e detergenti vale la regola di un loro uso parsimonioso e ponderato, il quale ci permette di fare la nostra parte nella tutela di animali e ambiente. Preferite i prodotti con componenti (completamente) biodegradabili.

3. Creare consapevolezza
Diffondete le informazioni su questo argomento importante. In questo modo creerete consapevolezza riguardo i metodi alternativi ai test su animali fra le persone a voi vicine. Parlarne in modo aperto è la base per cambiamenti futuri.

4. Sostenere le organizzazioni di volontariato
Sostenete organizzazioni di volontariato e di tutela degli animali che si dedicano all’argomento.

Cosa significa “non testato su animali”?

Al giorno d’oggi la dizione “senza esperimenti su animali” significa che il prodotto finito non è stato sviluppato con test su animali. Dalla pubblicazione della direttiva 2003/15/CE prodotti cosmetici finiti non possono più essere testati su animali. Chi pubblicizza questo fatto, pubblicizza un fatto scontato, facendo intendere al consumatore che altri operino diversamente.
Altri prodotti casalinghi, invece, possono essere ancora testati su animali. Qui non si parla di pubblicizzare un fatto scontato. Però, l’Associazione imprenditoriale internazionale dei saponi, detergenti e prodotti di manutenzione (AISE) si è impegnata a testare i prodotti finiti su animali solo in casi singoli e limitati. Per i componenti, ad oggi, vale ancora un’altra regolamentazione. Questi sono considerati “sostanze chimiche”, e pertanto vanno controllate secondo le previsioni di legge, e perciò anche sull’animale. Come consumatori dobbiamo partire dal presupposto che il mercato in generale non offre alcuno prodotto che sia stato prodotto assolutamente “senza esperimenti su animali”.

Cosa sono i “metodi alternativi”?

Sono considerati metodi alternativi tutti i metodi che, seguendo il principio 3R (refinement, reduction, replacement – all’incirca: raffinamento, riduzione, rimpiazzo), sono adatti a sostituire un esperimento su animali, a ridurre il numero di animali usato per la sperimentazione o a ridurre la sofferenza degli animali usati. Questo principio è stato pubblicato nel 1959, e, a distanza di 50 anni, non ha perso nulla della sua attualità. Metodi alternativi non sono equiparabili a metodi senza l’utilizzo di animali. Metodi “senza animali” non utilizzano alcun animale o parte di esso, né vivo né morto. Ciononostante, i metodi alternativi sono da considerare un progresso in senso etico, in quanto si riduce la sofferenza degli animali!
Per irritazioni o danni da acido, ad oggi gli animali non devono più soffrire: modelli di pelle sostituiscono l’esperimento sull’animale. Questo salva ca. 12.000 conigli all’anno.
Per le irritazioni agli occhi, presto vari test (fra l’altro su modelli di tessuto) sostituiranno il test di irritazione sugli occhi dei conigli.
Sostanze che modificano il patrimonio genetico e sostanze cancerogene potranno essere determinate usando uova di gallina inseminate, evitando, si spera a breve, i test su ratti da laboratorio.


Sostanze chimiche usate in casa

Anche se i prodotti usati in casa, come detergenti o detersivi, ma anche prodotti per la cura dei mobili, hanno componenti simili o addirittura identici a quelli dei cosmetici, la garanzia della sicurezza dei primi è regolamentata diversamente rispetto a quella degli ultimi. I primi non rientrano nella regolamento dei cosmetici. Per i componenti di tali prodotti, quindi, si continuano ad usare test su animali.


Comunicato stampa
Bz, 17.01.2013