CTCU, Comitato Onde Civiche e Federazione Protezionisti Altoatesini chiedono alla Giunta Provinciale una moratoria riguardo le reti wi-fi nei luoghi pubblici chiusi


Nelle scuole, nei luoghi di cura e nelle case di riposo vanno utilizzate alternative al wi-fi
Per le questioni di salute va applicato il principio precauzionale, non quello di cura

PK

nella foto: Hubert Comploi, Francesco Imbesi, Doris Hensinger, Peter Hensinger, Armin Sparer, Walther Andreaus

L’audizione sulla telefonia mobile che si è tenuta in Consiglio Provinciale qualche giorno fa ha sollevato ancora una volta l’attualità del Principio di Precauzione sulla base di numerosi e rilevanti studi sulla nocività delle tecnologie wireless e delle onnipresenti reti wi-fi. Ben 14 esperti si sono alternati nell’informare i consiglieri provinciali sui 4 principali aspetti della comunicazione senza fili: la tecnica, le ripercussioni a carico della salute, gli aspetti pedagogici e giuridici. La registrazione in video dell’evento è scaricabile dal sito del Consiglio Provinciale.

Il Centro Tutela Consumatori Utenti, il Comitato Onde Civiche e la Federazione dei protezionisti altoatesini sono convinti che sulla base di quanto riferito in Consiglio Provinciale sia ora necessario agire e pretendere una MORATORIA riguardo aIl'installazione di nuove reti wi-fi e all’impiego di quelle esistenti all’interno di scuole, edifici della Provincia, ospedali e case di riposo. Come il prof. Kundi (Università di Vienna, Facoltà di Medicina) e il dr. Marinelli (CNR Bologna) hanno illustrato nell’audizione, le attuali conoscenze offerte dalla letteratura scientifica evidenziano un rischio tumorale legato all’utilizzo di apparecchi basati su trasmissione a radiofrequenza, come smartphone, tablet e reti wi-fi. Chiediamo alla Giunta Provinciale di riconoscere le proprie responsabilità nel garantire la salute dei cittadini e di non limitarsi a un atteggiamento neutrale rispetto a tali tecnologie, ma attivandosi anche in tutte le forme possibili per tutelare la popolazione – così come ha sollecitato anche l’avv. Stefano Bertone (Studio Ambrosio & Commodo, Torino).

Finora sono state installate molte reti wi-fi all’interno delle scuole, nella convinzione di offrire un ausilio alla didattica. Peter Hensinger (Associazione di tutela dei consumatori Diagnose Funk) ha però spiegato a questo proposito come l’obiettivo primario della scuola debba essere quello di formare i giovani a essere consapevoli verso i nuovi mezzi di comunicazione. I lavori scientifici dei neurobiologhi prof. Spitzer e dr. Lembke indicano come presupposto la maturazione di competenze sociali e cognitive di base, come solo una scuola primaria senza contenuti digitali è in grado di offrire. Dove ha senso impiegare tecnologie digitali è possibile impiegare collegamenti cablati oppure rivolgersi a tecnologie innovative, come la VLC (visible light communication). Questa è da qualche tempo in uso in vari progetti avviati nella Germania meridionale, dove ha ottenuto un buon successo. Persino negli ospedali della nostra Provincia (ad es. nel reparto di neonatologia di Merano) esistono già delle reti wi-fi, perlopiù per offrire uno svago alle pazienti. Nell’ambito della MORATORIA e ispirandoci al Principio di Precauzione, non possiamo che considerare intollerabili le applicazioni di questo tipo.

Chiediamo alla Giunta Provinciale di collaborare con CTCU, Onde Civiche e Federazione dei Protezionisti evitando l’impiego di tali tecnologie di trasmissione e la loro diffusione, fino a quando non sarà stata fatta definitiva chiarezza circa la loro pericolosità. Sosteniamo invece l’impegno verso le alternative possibili, che garantiscono meno rischi e meritano di essere considerate.

>> 52 studi sull'argomento wi-fi


Comunicato stampa
Bolzano, 04/05/2015