Frutta e verdura a Bolzano: sempre pesanti le differenze di prezzo, bene i cartellini obbligatori dell’ortofruttaNei giorni dal 25 al 29 luglio 2011 il Centro Tutela Consumatori Utenti ha condotto un’indagine comparativa sui costi al dettaglio di frutta e verdura in diversi punti vendita a Bolzano. Sono stati verificati i prezzi di tre supermercati, dei mercati di via Rovigo e piazza Erbe, del punto vendita specialistico Frilo e del hard discount Lidl. La verifica è stata condotta rilevando i costi di 26 prodotti dell’ortofrutta (15 tipi di ortaggi e 11 tipi di frutta) ed effettuando – qualora necessario - la media tra tutti i prodotti dello stesso tipo eventualmente venduti nel singolo punto vendita. Ai prezzi così rilevati sono state affiancate le medie desunte dal listino prezzi del mercato generale all’ingrosso di Verona, il maggiore del triveneto per volume di affari. Di seguito i risultati dell’indagine. Nella città di Bolzano primo in classifica tra i punti vendita più cari è di nuovo il mercato di via Rovigo, con il mercato di piazza Erbe secondo con il 2,3% di differenza in meno. Le difformità di prezzo rispetto all’offerta più conveniente raggiungono il 100% e in alcuni casi continuano a superare il 200%. Da 0,89 euro per i finocchi in vendita nel Hard discount si passa ad una media di 3,05 euro sulle bancarelle di via Rovigo. Appena più contenute le variazioni per la frutta. Da 0,99 euro per i meloni retati (sempre al Hard discount) si passa alla media di 2,27 euro per gli stessi prodotti venduti nel mercato di piazza Erbe Nel complesso, un determinato assortimento di ortofrutta pagato in media 20,00 euro nei supermarket, si porta a casa da via Rovigo per 32,94 euro (da piazza Erbe per 32,18 euro) mentre costa rispettivamente 21,28 euro al punto vendita specialistico Frilo e 15,13 euro all’Hard discount Lidl. Per quanto concerne categoria dell’ortofrutta e provenienza, primo in classifica è di nuovo il mercato rionale di via Rovigo: i prodotti di prima categoria sono il 98% e di seconda il 2%, mentre la merce proviene dall’Italia per il 91% e dall’estero per il 9%. In fondo alla classifica il punto vendita specialistico Frilo, con 8% dei prodotti di prima categoria e 92% di seconda, provenienti però per 80% dall’Italia e per 20% dall’estero. Riguardo alla cosiddetta filiera, ovvero l’aumento dei costi costituito dai passaggi intermedi tra produttore e cliente finale, i risultati dei rilevamenti del mercato generale di Verona confermano nuovamente quanto già evidenziato in tutte le altre verifiche effettuate dal CTCU dal 2008: prendendo a riferimento l’assortimento di verdura dell’esempio precedente che il consumatore paga 32,94 euro alle bancarelle di via Rovigo (e 32,18 euro a quello di piazza Erbe), al mercato generale veronese, aperto al dettaglio per i consumatori in determinati orari, lo porta a casa per 10,10 euro. Vale a dire, praticamente a meno di un terzo! Migliori notizie, invece, sul fronte dei cartellini dell’ortofrutta. Diversamente dalle indagini precedenti, la situazione per quanto riguarda i mercati – soprattutto quello di via Rovigo – appare nettamente migliorata. Su 288 informazioni di prodotto verificate sono risultate corrette 275, pari al 95% del totale; meno bene è andata a piazza Erbe, dove su 248 informazioni sono risultate corrette 215, pari al 87% del totale. Nessun problema, invece, per quanto concerne gli altri punti vendita. «Era ora! – esordisce Walther Andreaus – Era da più di due anni che denunciavamo il problema della mancanza dei cartellini obbligatori di legge sull’ortofrutta posta in vendita nelle bancarelle dei mercati e finalmente gli esercenti cominciano a mettersi in regola. Certo non siamo ancora all’optimum - prosegue il direttore del CTCU – ma un passo avanti c’è stato. Mai come di questi tempi è importante sapere da dove proviene quello che mettiamo sulla nostra tavola – conclude Andreaus – e proprio la "provenienza" era una delle informazioni che risultavano più mancanti. La tabella di raffronto Comunicato stampa Bz, 24.08.2011 |
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