I consigli delle banche ad un pensionato…


CTCU: la qualità della consulenza è scarsa e può essere molto migliorata. Risparmiatori ed investitori devono appropriarsi di una cultura finanziaria!


Durante l’estate 2006 un pensionato si è rivolto a 15 banche della piazza di Bolzano per sentire le loro proposte in materia di investimenti finanziari ed avvalersi della loro consulenza.

1. Le indicazioni fornite dal pensionato

La persona incaricata ha fornito alle banche le seguenti indicazioni: “Sono un pensionato con una buona pensione e appartamento di proprietà, sposato, propensione al rischio bassa (cerco un investimento finanziario sicuro con buon rendimento) e vorrei cambiare banca. Ho 70.000 € da investire”.

2. Le domande poste alla banca

  • “Quali investimenti mi potete consigliare?”
  • Qualora siano stati consigliati solo obbligazioni o titoli di Stato: “Non avete qualcosa che rende di più?”
  • Se sono stati indicati i prodotti, in particolare fondi, gestioni patrimoniali o polizze: “Quanto costano? Quali sono i costi di entrata e di uscita? E di gestione?”
  • “Ho sentito parlare di ETF (ETF (Exchange Traded Funds) sono dei fondi azionari o obbligazionari con gestione passiva e con bassi costi di gestione. Sono quotati in borsa e tutte le banche hanno la possibilità di negoziarli.) – Voi li vendete?”
  • “Mi potete indicare le condizioni del conto corrente?”
  • “Potreste lasciarmi una nota informativa sui prodotti che mi avete indicato ed un foglio informativo con le condizioni economiche applicate al conto corrente e al deposito/negoziazione titoli?”

3. I criteri di valutazione

Le risposte ed il comportamento delle banche sono state valutate mediante un’analisi qualitativa in base ai seguenti sei criteri:
  • È stata effettuata o meno una verifica sulla propensione al rischio ed agli obiettivi finanziari del potenziale cliente per determinare la corretta struttura del portafoglio?
  • La struttura del portafoglio suggerita è adeguata o meno al profilo di rischio indicato dall’investitore?
  • Sono stati proposti sostanzialmente i propri prodotti, come obbligazioni, fondi, gestioni patrimoniali, polizze assicurative, ecc, oppure sono stati proposti anche strumenti efficienti senza conflitto d’interesse, come ETF, obbligazioni quotate, ecc.?
  • A quanto ammontano i costi dei prodotti e degli strumenti finanziari proposti?
  • Come sono le condizioni economiche del conto corrente, del deposito e di negoziazione titoli?
  • Sono stati forniti dei prospetti informativi sul conto corrente e sulle proposte d’investimento? In generale, com’è stata la qualità delle informazioni fornite? La banca si è comportata in modo trasparente?

4. Il rating

Per ogni criterio di valutazione è stato assegnato un punteggio che va da uno (molto scarso) a cinque (molto buono). In base ai punteggi dati è stato poi assegnato ad ogni banca un indicatore sintetico finale (il rating) espresso con un numero di stelle (da uno a cinque). Di conseguenza il rating finale si è basato su un giudizio assoluto e non relativo. Le cinque stelle (il massimo rating) indicano, nel caso specifico, che tutti i sei criteri hanno ottenuto una valutazione molto buona.

5. Il risultato finale e tendenze comuni

Il risultato finale è riportato in forma sintetica nella tabella di seguito (vedi allegato). In particolare sono emersi i seguenti aspetti:

  • In nessun caso è stata compiuta una verifica della propensione al rischio prima di svolgere la consulenza. Le banche si sono semplicemente basate sulle indicazioni fornite dal potenziale cliente (propensione al rischio bassa). Spesso succede invece che neppure l’investitore conosca bene il proprio profilo di rischio e gli obiettivi finanziari. Mediante una verifica professionale da parte del consulente spesso ci si rende conto che il profilo di rischio è assai diverso da quello indicato dal cliente.
  • Visto che in nessun caso è stata compiuta una verifica del profilo di rischio, per la valutazione dell’adeguatezza della struttura del portafoglio ci siamo basati sul profilo di rischio fornito dal potenziale cliente (rischio basso). Purtroppo in nessun caso è stata fornita da parte delle banche una concreta proposta su come ripartire in termini percentuali i singoli prodotti o strumenti finanziari. Esse si sono semplicemente limitate a proporre singoli prodotti e/o strumenti finanziari. In quattro casi sono stati proposti soltanto un unico strumento o prodotto finanziario, cosa assolutamente da evitare, soprattutto per un patrimonio finanziario con un importo di 70.000 €. Non è mai stato detto, come gestire correttamente la liquidità. Solo poche banche hanno proposto delle obbligazioni a tasso variabile che notoriamente sono a basso rischio in caso di un’immediata necessità di smobilizzo. Nonostante il basso profilo di rischio, alcune banche hanno proposto anche singole azioni al posto degli ETF. Non si è mai parlato di un investimento in oro o in metalli preziosi come protezione da un’eventuale accelerazione dell’inflazione o crash finanziario.
  • Si è notato generalmente un forte conflitto d’interesse da parte delle banche. In particolare sono state proposte quasi esclusivamente le proprie obbligazioni ed i propri prodotti (fondi e gestioni patrimoniali). Alla domanda relativa agli ETF le risposte sono state normalmente del tipo: “Sono rischiosi perché sono sempre legati ad azioni, non li trattiamo, non so cosa sono, non sono buoni investimenti, sono strumenti da sconsigliare”. Soltanto una banca ha informato in modo abbastanza corretto sugli ETF, però non li ha consigliati, cercando invece di convincere il cliente a sottoscrivere piuttosto una gestione patrimoniale in fondi.
  • Per quanto riguarda i costi dei prodotti consigliati, essi si mantengono in media abbastanza bassi. Ciò è dovuto al fatto che il potenziale cliente aveva un profilo di rischio basso e quindi in gran parte sono state consigliate le proprie obbligazioni che hanno praticamente un costo zero, ma rendono mediamente meno di analoghi titoli quotati. Laddove invece sono stati offerti altri prodotti propri (fondi, gestioni patrimoniali, prodotti assicurativi) i costi erano piuttosto elevati.
  • In merito alle condizioni economiche del conto corrente, del deposito e della negoziazione titoli, in nessun caso abbiamo trovato delle condizioni paragonabili con i miglior conti online sul territorio nazionale. I tassi attivi sul conto corrente andavano dallo 0,05% fino all’ 1,80%, mentre quelli dei migliori conti online si aggiravano in quel momento dal 2,50% al 2,80%.
  • Infine, per quanto riguarda la qualità delle informazioni, spesso abbiamo riscontrato una notevole differenza fra quello che è stato detto e quello che si trovava scritto nelle note informative dei prodotti. Questa circostanza ha penalizzato nei casi specifici notevolmente il punteggio assegnato. Non sempre sono state consegnate le relative note informative e generalmente la trasparenza non è stata soddisfacente.

6. Commento finale

La tendenza nazionale ed europea delle banche (operare in conflitto d’interesse con il cliente e con bassa professionalità) è stata riscontrata anche nell’indagine svolta a Bolzano. Al singolo risparmiatore non rimane altro che appropriarsi di una buona cultura finanziaria, di tenersi aggiornato sull’efficienza dei prodotti offerti sul mercato, di confrontare fra di loro le varie offerte prima di qualsiasi decisione di investimento e di negoziare con gli intermediari le condizioni bancarie e della gestione titoli. Un’altra via sarebbe quella di rivolgersi ad un consulente finanziario indipendente che opera esclusivamente a parcella ed è quindi privo di conflitti d’interesse. Questa figura professionale ha una propria associazione nazionale (www.nafop.org) ma purtroppo non è ancora molto diffusa in Alto Adige ed il risparmiatore non è, in generale, a conoscenza sulla sua esistenza.

Esistono consulenti finanziari seri?

Sì, loro caratteristiche tipiche sono:

  • danno sufficiente tempo all’investitore di studiarsi la documentazione specifica dell’investimento proposto e consigliano di raccogliere anche informazioni altrove, es. presso un’associazione di tutela consumatori;
  • non hanno problemi a confermare per iscritto quanto detto in consulenza, consegnando all’uopo anche lo scritto;
  • informano sulle possibilità di recesso dal contratto di investimento: 7 giorni dalla conclusione per quelli conclusi “fuori sede” e 30 giorni per le polizze vita a contenuto finanziario;
  • sono pronti a sottoscrivere il cd. “accordo di trasparenza” proposto dal CTCU (si veda la rivista Konsuma: “Guida investimenti e servizi finanziari”, Pagine 42,43 anche ondine sotto Konsuma).

Attenzione - Importante!

Non stipulate mai contratti di investimento con consulenti o supposti tali, che…

  • Che vogliono proporvi degli “affari” senza avervi mai sentiti prima;
  • Che vi avvicinano con la scusa di un rapporto di conoscenza o di amicizia e vi vogliono spingere “all’affare della vita”;
  • Che promettono “alti rendimenti senza rischio” e con la possibilità di recedere in qualsiasi momento: non ne esistono!
  • Che promettono cose solo a voce…

La miglior tutela contro simili tipi di “squali” : buttate giù la cornetta del telefono oppure… scappate!

Allegati: la tabella con il confronto

Bolzano, lì 28 novembre 2006